La figura di San Metodio, teologo santo, venerato dall’Oriente cristiano come “il grande” e “il divino”, emerge chiaramente dalle fonti storiche a noi pervenute.
Nasce nel 789/790 da una famiglia benestante di quella Siracusa che, alla fine del sec. IX, era più popolosa dell’attuale ed esercitava una decisa influenza su buona parte dell’isola. Già dal sec. VI, l’antica cultura greca della Sicilia orientale aveva cominciato ad accogliere nel suo seno la nuova cultura bizantina dominante.
Qui il giovane Metodio cresce, compiendo con frutto i suoi studi nelle discipline del tempo. Intorno ai vent’anni si trasferisce a Bisanzio per proseguire gli studi ed intraprendere una carriera che si prospetta ricca di soddisfazioni. Ma è anche questo il momento in cui matura in lui la conversione religiosa e la conseguente scelta di diventare monaco.
Si distingue presto per la vita ascetica e per la salda dottrina. Nel secondo decennio del sec. IX, in piena crisi iconoclasta, è costretto a trasferirsi a Roma, dove conosce Papa Pasquale I (817-824).
Questa vicinanza anche dottrinale al vescovo di Roma lo rende inviso ad alcuni bizantini e gli procura una violenta persecuzione, fino alla carcerazione e all’esilio. Nel marzo dell’843, per volontà esplicita dell’imperatrice Teodora, diventa Patriarca di Costantinopoli.
Da quel momento, Metodio mette a frutto la sua solida competenza teologica affronta la questione dell’iconoclastia e mostra, soprattutto, una personalità equilibrata nel trattare con quanti avevano un tempo sostenuto l’iconoclastia. Muore il 14 giugno 847.